Malattie funginee: maculature fogliari
- Stefano Di Lazzaro
- 25 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Le maculature rappresentano un’alterazione del tessuto vegetale causata da numerosi funghi patogeni, capaci di attaccare diverse parti della pianta, tra cui foglie, steli e fiori. Questo tipo di infestazione è particolarmente diffuso tra le piante ornamentali, compromettendo non solo l’estetica, ma anche la salute complessiva delle piante, soprattutto nei casi in cui l’infezione si estende in modo massivo e incontrollato.
L’infezione si manifesta inizialmente con la comparsa di macchie di forma variabile, che possono essere tondeggianti,
allungate o addirittura irregolari e di colori differenti, tra cui sfumature giallastre, brune, grigie e nere. In alcuni casi, le macchie sono circondate da un alone che può risultare più chiaro o più scuro rispetto al resto della lesione; al centro delle macchie, inoltre, si possono osservare piccoli corpuscoli neri, che indicano in modo inequivocabile la presenza attiva del fungo. Con il progredire della malattia, le aree colpite tendono a disseccarsi e, in situazioni particolarmente gravi, a lacerarsi, alterando ulteriormente l’integrità del tessuto vegetale.
Particolarmente compromesse sono le foglie, che subiscono una serie di alterazioni funzionali e strutturali. Infatti, le foglie infette tendono a ingiallire, a seccarsi e infine a cadere prematuramente. Questo fenomeno riduce notevolmente la capacità della pianta di svolgere la fotosintesi, causando un indebolimento generale che può portare a una diminuzione della crescita e della vitalità dell’intera pianta.

Le piante ornamentali maggiormente soggette a questa patologia includono specie molto diffuse nei giardini, nei parchi e negli spazi pubblici, come il ciclamino, il crisantemo, il garofano, la zinnia, l’oleandro, l’ortensia, la peonia, l’acero, la magnolia, il pioppo e il tiglio. Queste specie, per via delle loro caratteristiche morfologiche e delle condizioni ambientali in cui vengono coltivate, offrono un habitat ideale per lo sviluppo e la diffusione dei funghi.
La diffusione della malattia è favorita da condizioni ambientali particolarmente umide e dalla scarsa ventilazione, elementi che contribuiscono a creare un microclima favorevole alla proliferazione dei patogeni. Anche la presenza di residui vegetali infetti può rappresentare un fattore di rischio, poiché questi residui fungono da serbatoio per le spore e facilitano il contagio tra le piante.
Per prevenire e contenere il problema, è fondamentale adottare adeguate pratiche colturali. Tra queste, la rimozione tempestiva delle parti infette rappresenta un intervento essenziale per limitare la diffusione del fungo. Una corretta esposizione alla luce e una buona circolazione dell’aria, ottenute attraverso un’adeguata distanza tra le piante, aiutano a creare un ambiente meno favorevole allo sviluppo delle infezioni. Inoltre, una gestione oculata dell’irrigazione, evitando di bagnare direttamente le foglie, può contribuire a ridurre l’umidità superficiale che spesso funge da innesco per le infezioni fungine.

Infine, in presenza di un’infestazione estesa e grave, può essere necessario ricorrere a trattamenti antifungini specifici, sempre con la massima cautela per evitare fenomeni di resistenza. Una strategia integrata, che combini la gestione culturale, la sanificazione degli ambienti e, solo se necessario, l’impiego mirato di prodotti chimici, risulta quindi essenziale per preservare la salute delle piante ornamentali e mantenerne il valore estetico e funzionale nel tempo.
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